Giuseppe Ajmone – La vita e accanto a questa la pittura
L’unica cosa che mi interessa veramente è la pittura.
Tutto il resto lo rimando
Per Giuseppe Ajmone (1923-2005) pittura e vita scorrono su binari paralleli, eppure, anche se molto vicine, procedono a velocità diverse e, soprattutto, ad intensità diverse. Si guardano, si sfiorano, difficilmente si fondono e quasi mai si confondono. Prima di tutto perché Ajmone vede la vita come una sequenza di atti mi, di momenti distinti , come un susseguirsi di episodi o, se si vuole, come una cronaca di giorni; la pittura invece è storia, ovvero un racconto che si dilata, che si scontorna, che si sofferma sul tutto o su un frammento con la medesima curiosità, ma poi se ne va altrove, lontano, verso spazi sconosciuti, a perlustrare la memoria e il sapere con il rigore della mente e la forza della poesia, perché, ricorda Ajmone, “la pittura non è cronaca. Deve durare”. Ajmone parte dalla natura (sia essa una pianta, il colore del petalo di un fiore, lo scorrere del fiume, il riflesso del sole sul crinale di una collina o i capelli di una donna) e dalle impressioni che inevitabilmente essa gli suscita, ma poi s’invola, si lascia trasportare dai ricordi, dai pensieri e si fa sorreggere dalla ragione, con il bisogno, che diviene sempre più urgente, di aggiungere a ciò che ha visto ciò che già sa: “Sono un realista nel senso che la realtà mi serve da nutrimento se non la guardassi o non la vivessi mi svuoterei rapidamente, poiché non farei che dipingere senti menti o emozioni che ho già vissuto. Dipingerei me stesso, immobile, immutabile, dipingerei il nulla”.
Una selezione di 36 opere, alcune delle quali sono stati esposte alle prestigiose Biennali di Venezia, racconta un percorso artistico lungo quasi sessant’anni, ma soprattutto mette in luce le peculiarità compositi ve, cromatiche e tematiche di uno dei protagonisti del realismo italiano del secondo novecento. Inoltre, la mostra si concentra su uno dei temi preferiti dell’arti sta, i nudi, ma non dimentica i paesaggi, legati al fiume, alla luce lombarda, ai colori brumosi delle colline sesiane. L’esposizione si apre con alcuni esempi degli esordi che da un lato sentono il fascino e la forza dell’arte di Achille Funi, suo maestro all’Accademia di Brera, e dall’altro si lasciano sedurre da Picasso (il fantasma che Ajmone e gli amici di “Numero” vogliono sconfiggere con il manifesto intitolato Oltre Guernica, il proclama del realismo italiano) e dalla passione degli amici di Corrente, in parti colare di Morlotti , Cassinari, Chighine. Il percorso prosegue con esempi importanti di come l’evoluzione del lavoro porterà Ajmone a trovare il proprio stile. Chiudono la mostra alcuni grandi oli dell’ulti mo periodo, composizioni affascinanti dove l’arti sta raccoglie le rivelazioni più intense della sua ricerca.
La mostra è accompagnata da un catalogo che riproduce a colori tutte le opere in mostra, ricostruisce tutto il percorso espositivo dell’artista e la lunga bibliografia che lo accompagna. Inoltre, il testo di Lorella Giudici ne analizza le componenti estetiche, filosofiche e letterarie. I proventi del catalogo saranno devoluti alla Ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (URSla, Novara).
DIREZIONE ARTISTICA E COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO DELLA MOSTRA: Vincenzo Scardigno
MOSTRA E CATALOGO A CURA DI: Lorella Giudici
LUOGO: Castello Visconteo Sforzesco, Novara
INAUGURAZIONE: sabato 11 novembre ore 17.00
PERIODO: 11 novembre – 10 dicembre 2017
ORARI: tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00
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